Amore, carriera e maternità alle soglie degli anta
Si può parlare di maternità e famiglia senza filtri sentimentali? Si può parlare di “quanto” costa una maternità ritardata, imposta, non voluta o inseguita a tutti i costi? Basta rinunciare a stereotipi e speculazioni per ragionare pacatamente sul ruolo della donna. E cosa succede, ad esempio, se una donna è “distratta” dal suo destino?
Se non ha senso di maternità, se non si fa coinvolgere dai ritmi delle amiche e colleghe già mamme, non cerca solidarietà, non si commuove per i bambini degli altri, non chiude gli occhi davanti al disagio di tante altre donne sopraffatte dai figli, dal senso di inadeguatezza, dal senso di colpa?
La madre “distratta” (distrazione intesa nel senso di “usata per uno scopo diverso da quello a cui la cosa era destinata”) non è solo la protagonista del romanzo, sospesa tra la sua ricerca interiore e un progetto di coppia che la porta nel percorso della procreazione assistita. È anche la donna sola che risolve quotidianamente mille problemi perché non ha aiuti esterni o servizi in grado di sostenerla, quella che perde improvvisamente il lavoro e non lo trova più, quella che deve “vergognarsi” di restare incinta perché crea complicazioni all’azienda, e infine quella che, per diverse vicende di vita, arriva al limite dato dall’orologio biologico con l’ansia di chi deve farcela per forza, a ogni costo.
Madri distratte, donne dagli occhi aperti.
Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film di Ferdinando De Laurentis
Acquistabile in tutte le librerie, online e in versione e-book